In confronto alla maggioranza delle razze popolari, l’American Staffordshire Terrier è relativamente giovane: soltanto nel 1936 l’American Kennel Club accettò di riconoscerlo ufficialmente. Per decenni l’Am Staff – come lo soprannominano affettuosamente i suoi estimatori – è rimasto sconosciuto al di fuori dell’America del nord (USA e Canada) e del Messico.
Quando arrivò in Europa, fece sensazione e determinò una rapida esplosione della domanda. Malauguratamente, seguì un’altrettanto massiccia offerta e soggetti atipici intervennero a compromettere l’immagine di qualità della razza, al punto che alcuni Paesi l’hanno interdetta (Regno Unito), altri hanno imposto ai proprietari costrizioni numerose e costose (Francia). Fortunatamente i club, aiutati da allevatori seri, si sono consociati per impedire che la razza fosse compromessa. Una situazione unica nella cinofilia mondiale per una razza altrettanto globale.
Mescolanza particolarmente riuscita di un terrier e un Bulldog: del primo ha mantenuto la vivacità e del secondo la rinomata forza tranquilla. Ciò spiega perché questo cane straordinario – angelo per alcuni, demone per altri – sia diventato la razza canina nord americana più in auge sul piano mediatico e, di fatto, la più diffusa oggi nel mondo.
Deve essere disciplinato sin da giovane. La sua educazione dovrà essere ferma ma non brutale. Bisogna svilupparne la socievolezza nei rapporti con gli esseri umani.
WhatsApp us